Molto più che uno stile d’arredo: una vera e propria scelta per la vita. Benvenuti nell’era del biophilic design, cioè un modo tutto nuovo di pensare all’abitare. Dove studio, ricerca e innovazione sono la chiave per entrare in contatto con la parte più profonda e autentica del nostro “io”.
Biophilic design è la natura che si riprende i nostri spazi, ma nella sua essenza più piena. Non come semplice richiamo nei toni o nei materiali, bensì come energia in grado di rendere vivo ogni ambiente, anche in senso letterale. Per case che con noi respirano e comunicano, aiutandoci a ritrovare il nostro benessere primordiale spesso perduto nel caos di una quotidianità frenetica e spersonalizzante.

Giungla indoor, la nuova frontiera per arredare casa in modo elegante e salubre.
Cos’è il biophilic design
Per capire meglio cos’è il biophilic design, il modo migliore è proprio… tornare alle origini. Quelle del termine, prima di tutto. La parola “biofilia” indica la predisposizione ad amare e a essere attratti dalle cose che trasmettono vita. L’espressione è stata usata per la prima volta dallo psicologo tedesco Erich Fromm (1900-1980) per definire quella forza inconscia, dentro a ognuno di noi, che per natura spinge ad allontanare la morte abbracciando tutto ciò che incarna il suo contrario.
Il biophilic design punta quindi a riprogettare i luoghi e gli ambienti in questa stessa direzione, permettendo alla persona di riavvicinarsi alla natura “madre” e recuperare il contatto con le proprie radici, in perfetto equilibrio con un unico grande ecosistema.
Qualcuno lo chiama anche design rigenerativo, sottolineando l’effetto principale di questo approccio. E cioè la capacità di immaginare e creare spazi che rigenerano, o meglio che ri-generano. Come a dire che per liberarsi da stress e affaticamento cognitivo la soluzione migliore è sempre ripartire da zero. Cancellando tutto per tornare alla vera essenza delle cose

Un bagno nella foresta… di casa.
Un po’ bioarchitettura, un po’ ecodesign, e allo stesso tempo molto, molto di più. Parlare di approccio biofilico per il proprio design d’interni vuol dire avere a cuore non solo materiali estremamente naturali e non nocivi, ma anche mettere in pratica scelte che incidono attivamente sul benessere. Per eliminare tutto ciò che può impattare in negativo sul nostro equilibrio, ma anche – e soprattutto – dare spazio a qualcosa che possa generare effetti positivi. Perché in fondo anche questa è ri-generazione.
La progettazione biofilica include le piante, cioè il modo più semplice per trasformare in chiave “bio” un ambiente interno, definendo quante, con quali proprietà e in che posizione. Ma si spinge decisamente anche più lontano, concentrandosi sullo studio di luci e ombre, sul bilanciamento di suoni e profumi, sulla scelta di pattern e texture ispirati alle geometrie dell’ambiente circostante. Insomma, è un vero design pensato per dialogare in ogni istante con ognuno dei nostri cinque sensi.
